Il Consiglio europeo e quella scelta di Renzi

Editoriale del Corriere della Sera in data 18/02/2019.

Caro direttore,
in riferimento al commento di Paolo Valentino su «Renzi “pentito” della scelta di Mogherini», in cui si parla del presunto errore per la mancata nomina di Enrico Letta alla presidenza del Consiglio europeo, vorrei precisare che l’allora presidente Matteo Renzi non ha mai escluso nessuna ipotesi rispetto alle nomine alle alte cariche europee.
 
L’ipotesi di Letta alla presidenza del Consiglio europeo non è mai stata sul tavolo. E in più di una circostanza l’ipotesi di assegnare la presidenza del Consiglio a un italiano venne tassativamente esclusa in ragione della presenza di un italiano alla guida della Banca centrale europea.
 
Tra le tante ipotesi circolate mai né Merkel né Hollande avanzarono la candidatura di Enrico Letta. Per i noti equilibri politici, di genere e geografici, quindi, non è mai stata in campo una candidatura italiana. Per la presidenza del Consiglio europeo, in area socialdemocratica era invece in campo l’ipotesi di Helle Thorning-Schmidt, ex premier danese.
 
Ed era necessario affidare un alto incarico anche a un esponente dell’Europa orientale. Per questo, la scelta italiana cadde sull’incarico di Alto rappresentante. Peraltro, la speranza e le ragioni alla base di questa scelta riguardavano l’importanza e la necessità giustamente ricordata da Paolo Valentino, e che rimane tuttora – di porre le basi di un inizio di politica estera comune, in particolare in zone strategiche per l’Italia come il Mediterraneo e l’Africa. Obiettivo che rimane strategico nel 2019.

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