Gozi: “Bruxelles reagisca, il mix Donald-Elon è spaventoso”

Pubblicato su Avvenire da Matteo Marcelli in data 8-10-2024.

L’eurodeputato di Renew, per l’UE è tempo di scelte importanti, via il potere di veto.

Per l’eurodeputato di Renew Europe e segretario generale del Partito democratico europeo, Sandro Gozi, la vittoria di Donald Trump impone un cambio di passo all’Europa, specie in un quadro globale come quello attuale in cui “sta correndo un pericolo mortale se non si svegliaâ€

Gozi, si aspettava questa vittoria?
Onestamente non così netta e credo non sia stata una sorpresa solo per me. Ritengo però ci siano state delle mancanze nella parte finale della campagna di Kamala Harris. Specie di fronte a un Trump che ha saputo sfruttare le paure, il disagio e le difficoltà della classe media americana, in particolare degli elettori maschi bianchi.

Quali sono queste mancanze?
Credo che Harris non abbia saputo delineare in maniera chiara per la classe media quale fosse il suo progetto economico. Non è stata efficace nel replicare al messaggio di Trump, “si stava meglio con meâ€, sottolineando il fatto che dalla prima presidenza del tycoon a oggi ci sono stati il Covid e la guerra in Ucraina, non proprio due vicende trascurabili. Poi non è riuscita a creare un legame emotivo con quella parte dell’elettorato da cui dipendeva la sua vittoria: gran parte della popolazione ispanica non l’ha seguita e una parte dell’elettorato nero ha preferito Trump.

Cosa dice questa vittoria alla sinistra e al mondo democratico, anche al di fuori degli Stati Uniti?
Che i nostri avversari a destra sono ormai all’estrema destra e sono molto difficili, perché lavorano unicamente sulle paure e sulle emozioni. Trump è riuscito nell’impresa di mostrarsi dalla parte dei più deboli e di passare per un antisistema, pur essendo già stato presidente. I democratici invece sono stati percepiti come vicini alle elites e distanti dalla classe media. Questo è costato molto come si vede dal voto di lavoratori degli swing state. Aggiungerei che trattare i possibili elettori degli avversari come nazifascisti, come fatto da alcuni democratici nell’ultima settimana della campagna, non è proprio il miglior modo per trovare nuovi voti. C’è poi un’altra questione.

L’ex presidente degli Stati Uniti e candidato repubblicano alla presidenza Donald Trump parla durante un comizio elettorale alla PPG Paints Arena di Pittsburgh, Pennsylvania, il 4 novembre 2024. (Foto di CHARLY TRIBALLEAU / AFP)

Cioè?
È molto difficile battersi contro la coppia Trump-Musk. Un’inquietante fusione di populismo e nuovo capitalismo hi-tech. Trump ha mentito continuamente durante la campagna e Musk ha utilizzato una piattaforma che dovrebbe rimanere neutrale, X, e tutto il suo potere finanziario per amplificare le fake news. Questo mix di falsità da una parte e di soldi e potere digitale dall’altra è davvero l’aspetto più spaventoso per la democrazia, negli Usa e altrove.

Come cambieranno i rapporti Usa-Ue?
Spero davvero che questa volta l’Europa si svegli. Perché rischia moltissimo in questa fase di cambiamenti geopolitici ed economici globali. Il pericolo è altissimo, specie nell’ottica di una possibile riorganizzazione dell’ordine mondiale, in cui i soli protagonisti potrebbero essere Washington e Pechino. L’Europa potrebbe rimanere schiacciata se non diventa una potenza militare e industriale. L’Ue non può pensare di agire con l’efficacia e la rapidità necessarie se mantiene il diritto di veto e se dà all’Orban di turno la possibilità di fare aspettare sei mesi prima di sanzionare la Russia o di bloccare delle sanzioni contro la Cina. Occorrono investimenti pubblici e privati e serve una revisione dei trattati. È il tempo delle scelte importanti, ma bisogna avere il coraggio di farle.

Trump ha vinto anche con la promessa di porre fine alla guerra in Ucraina e in Medio Oriente, cosa ne pensa?
Penso che se oggi dovessimo fermare la guerra in Ucraina lo faremmo alle condizioni di Putin e credo che sia inaccettabile. L’Ucraina ha il diritto di essere indipendente, di autodeterminarsi e di entrare nell’Ue e nella Nato. Non può essere un dittatore di un altro Paese a decidere per i suoi cittadini. Se poi Trump userà il peso e la volontà degli Usa per una soluzione che garantisca i principi democratici e il rispetto dell’indipendenza ucraina, questa sarebbe certamente una buona notizia.

E sul Medio Oriente?
Credo che la spinta di Trump potrebbe essere positiva rispetto al ruolo dell’Arabia Saudita, d’altra parte è lui ad aver promosso gli accordi di Abramo. Vediamo però cosa farà rispetto alla volontà di Netanyahu di far cadere il regime in Iran. Su questo non si è ancora esposto, ma è la questione principale nella regione.

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