François Bayrou conosce bene l’Italia
PARIGI – «François Bayrou conosce bene l’Italia», dice Sandro Gozi, eurodeputato di Renew e attuale segretario del Partito democratico europeo fondato vent’anni fa proprio da Bayrou insieme a Francesco Rutelli e Romano Prodi.
Un democristiano per salvare la Francia dal caos.
«Penso che non gli dispiaccia essere definito democristiano, se intendiamo la capacità di ascolto, di buon senso e pragmatismo. Quello che è molto nuovo in questa scelta di Emmanuel Macron è aver nominato un alleato leale ma che ha una sua autonomia. Penso che farà bene alla logica della Quinta Repubblica».
Perché?
«È un politico d’esperienza. Conosce la Francia, non solo Parigi. È sindaco di una città medio-piccola, Pau, e sa cosa si muove nel Paese profondo. Quando giri con lui, c’è sempre qualcuno che lo ferma per chiedere una foto, la dedica di uno dei suoi tanti libri. ? un uomo di cultura ma con i piedi per terra».
Per Macron è stata una scelta tormentata.
«L’incarico affidato a Bayrou è una scelta saggia e lungimirante di Macron. Bayrou è stato sempre un partner leale con il capo di Stato ma ora deve cercare nuovo metodo per la Francia, esprimendo sicuramente una sua personalità forte».
Forse troppo per l’equilibrio con l’Eliseo?
«Il suo partito Modem esisteva prima dell’arrivo di Macron in politica e non si è mai diluito nel macronismo. La questione oggi non è quanto sia simpatico o antipatico Macron, e non è neppure una presunta crisi del sistema presidenziale. Il problema è una società francese profondamente spaccata».
Con quale maggioranza può governare Bayrou?
«Il dialogo è aperto a tutti, escludendo l’estrema sinistra e l’estrema destra. L’obiettivo è avere una maggioranza più solida e riconciliare il Paese. Bayrou tenterà di affrontare la duplice sfida che ha Francia in questo momento: divisioni profonde nella società e incapacità delle forze politiche di cooperare. Nessuno chiede ai politici di tradire la propria identità o le proprie convinzioni ma ci sono urgenze da risolvere insieme».
Cercherà il dialogo con i socialisti?
«La speranza è trovare un senso di responsabilità da parte dei socialisti, che hanno una tradizione di governo, con un ex Presidente come François Hollande nei loro ranghi. Il dialogo con i socialisti si può costruire intorno a tre garanzie. La prima è la promessa del capo di Stato che non ci sarà un’altra dissoluzione, quindi altre legislative anticipate. La seconda è l’impegno del governo a non usare il 49,3, l’articolo della Costituzione che permette il varo di legge senza voto. La terza è non votare più mozioni di sfiducia insieme agli estremi».
Il nuovo premier riuscirà a fare approvare la finanziaria ?
«Bayrou è storicamente molto impegnato nella buona gestione delle finanze e nella lotta all’eccessivo debito pubblico. Un elemento di credibilitÃ, anche rispetto a Bruxelles e ai mercati finanziari. Su certi aspetti, Bayrou ha tenuto posizioni di giustizia fiscale che non sono molto lontane da alcune proposte da ecologisti e socialisti».
Il nuovo premier ha mantenuto rapporti in Italia?
«Con Rutelli hanno creato il Pde di cui abbiamo festeggiato il ventennale proprio qualche giorno. Bayrou ha un rapporto stretto con Romano Prodi e Matteo Renzi. Conosce bene Pier Ferdinando Casini. Ha molto rispetto per il presidente Sergio Mattarella. Ama l’Italia. Personalmente lo conosco da più di vent’anni, e mi congratulo di questa nomina. Penso sia la persona giusta al momento giusto».